L'ispettore Morse, dottor sottile venuto da Oxford.
Cose serie
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“Oxford è il posto più pericoloso in cui mandare un giovane essere umano”, scriveva un autore vittoriano, Anthony Trollope. La letteratura sulla città universitaria più antica del mondo anglosassone è labirintica quanto il suo soggetto: dal capolavoro di Lewis Carroll, che ne dissimulò la follia nella Wonderland di Alice Liddell, a Todas las almas di Javier Marías, un romanzo equamente pervaso di amore e irrisione. Ma per decrittarne le velate allusioni, la sottile denuncia del sottofondo di brutalità di quell’inarrestabile officina di classi dirigenti, reame delle lettere fiorente di guglie e giardini segreti ed eccelsi saperi, occorre un certo grado di iniziazione: bisogna essere stati, anche per poco, suoi sudditi.
E’ ciò che è accaduto a Morse, protagonista di una serie di culto, Endeavour, ormai alla sesta stagione su ITV ma solo ora approdata in Italia. Basata sui romanzi polizieschi di Colin Dexter, che già alla fine del secolo scorso avevano ispirato uno dei più amati serial inglesi, Inspector Morse (oltre al più recente e meno fortunato Lewis), Il giovane Morse ci presenta il futuro ispettore (un mirabile Shawn Evans) colto nel momento della sua conversione da iniziato ai riti di Oxford a giustiziere delle sue segrete ingiustizie. Di uno dei suoi più antichi college è stato un allievo brillante, forse troppo. Giovane, bello, smisuratamente erudito, amante dell’opera lirica e della letteratura classica, interpreta nel linguaggio, negli abiti, nei gesti l’austera eleganza oxfordiana con sublime understatement. E però è un inappartenente, non solo per estrazione o per censo, ma proprio per la sua natura di autentico intellettuale. Rifiutando i compromessi della carriera accademica e arruolandosi per un misero stipendio nella Thames Valley Police, dell’intellettuale attua, in via non solo metaforica, il compito. La sua combinazione di intelligenza socratica e conoscenza da insider gli fa risolvere enigmi insolubili ai colleghi poliziotti. La sua morale anticlassista, esacerbata dalla permanenza nel luogo di formazione della società più classista del mondo, ne fa il suo vendicatore e il suo giustiziere.
Endeavour ci ricorda che quello che amiamo della vera intellettualità inglese non è la sua appartenenza ma la sua insofferenza all’élite. Come il Lafcadio delle Caves du Vatican di Gide, Morse è un ‘sottile’: scivola tra le classi, le conosce tutte, non appartiene a nessuna. Lotta contro i crostacei abbarbicati ai loro codici e privilegi, che appartengano al margine più alto o a quello più basso della scogliera della società — britannica, e non solo.
Il giovane Morse, Paramount Network