Il Foglio Quotidiano. Furore Ortodosso: motivi dello scisma e origine dell'ostilità
05/05/2001
Il Foglio Quotidiano
Roma. La svolta è di quelle notevoli. Il cardinale Achille Silvestrini era parso annunciarla. E il Papa l'ha messa solennemente in atto, parlando di fronte all'arcivescovo di Atene e al Santo Sinodo riuniti nel l’arcivescovado ortodosso. Era approdato in Grecia fra l'ostilità degli zeloti, i ferventi della Chiesa ortodossa, che minacciavano di suonare a morto le campane dei monasteri, librare nell'aria un nugolo di palloncini neri in segno di lutto, mentre gli irriducibili organizzavano veglie di preghiera per invocare la mano di Dio a ostacolare il suo arrivo. Ma Giovanni Paolo II ha colto tutti di sorpresa. Aderendo alla richiesta dell’arci-vescovo di Atene e di tutta la Grecia. Christodoulos Christos Parskevaidis, ha colmato una lacuna dell'Anno Santo e ha implorato il perdono divino per la Quarta Crociata che nel 1204 causò il “saccheggio disastroso’’ della città imperiale di Costantinopoli, per tanto tempo bastione del cristianesimo in oriente, e per secoli lasciò una ferita aperta nei rapporti tra i cristiani ortodossi e latini. “E' tragico, ha osservato il Papa, che i saccheggiatori che avevano stabilito di garantire ai cristiani libero accesso alla Terra Santa, si siano poi rivoltati contro i propri fratelli nella fede. Solo a Dio spetta il giudizio, ma il fatto che fossero cristiani latini riempie i cattolici di profondo rincrescimento".
Motivi dello scisma e origine dell'ostilità
La sorpresa della pubblica contrizione è tale da entusiasmare fra gli studiosi di cose bizantine persino quelli più severamente antipapisti, come Silvia Ronchey che ha appena pubblicato un saggio nella “Byzantinische Zeitschrift" sull'unione delle chiese promossa nel XV secolo dal cardinale Bessarione, e oggi non esita a paragonare papa Wojtyla a Enea Silvio Piccolomini, Pio II, il grande papa fìloellenico del Rinascimento il quale voleva salvare Bisanzio dai turchi instaurando una convivenza paritaria tra chiesa ortodossa e chiesa latina. “L’ostilità della Chiesa ortodossa nei confronti della Chiesa d Roma, spiega Silvia Ronchey, risale proprio al 1204 quando la capitale del l'impero d'oriente. Costantinopoli, faro dell’ecumene, millenario bastione della cristianità, venne messa a sacco dagli stessi crociati che deviarono dal viaggio in Terra Santa per impossessarsi dei granai e dei tesori imperiali, provocando quella che per molti storici fu la prima, vera caduta di Bisanzio".
Ma l’ostilità tra ortodossi e latini da mille anni si fonda pure su complesse dispute teologiche. Tant’è che il Papa oggi parla di “controversie passate e presenti" e “persistenti incomprensioni" che “possono e debbono essere superate in spirito di carità perché il Signore ce lo chiede". “E’ uno spiraglio importante, dice Silvia Ronchey, se il Papa pensa che il problema teologico in sé si può considerare una forma di controversia che appartiene al passato. Lo scisma con la Chiesa di Roma avvenne nel 1054 per il rifiuto da parte degli ortodossi di una formula adottata dai latini. La chiesa d’Oriente restò fedele al così detto simbolo di Nicea, l’atto di fede formulato nel 325 e confermato nel Concilio di Costantinopoli del 381, secondo il quale lo Spirito Santo procede dal padre attraverso il figlio,” dià tou yiou”. I latini invece, volendo sottolineare la natura divina del Cristo per contrastare l’eresia ariana che la negava, preferirono la formula del “filioque”, adottata nelle preghiere ufficiali di Carlo Magno, per indicare che lo Spirito Santo non procede dal padre attraverso il figlio, bensì dal padre e dal figlio. Così facendo, si discostarono dal l'originaria dottrina cristiana, e per questo furono considerati eretici dagli ortodossi. Oltre al Filioque, però, almeno altri quaranta motivi liturgico-rituali come quello degli azzimi, portarono allo scisma tra cristiani d’oriente e d'Occidente, e fra questi c era il celibato ecclesiastico, imposto dai latini ma rifiutato, per i popi, anche se non per i monaci, dagli ortodossi. Il distacco dalla tradizione quindi è cattolico. Per questo oggi Giovanni Paolo II viene visto come eretico"
Eppure, questo viaggio scrive una nuova pagina di storia, e non solo ecclesiastica. Il Papa ha esortato all'unità fra cristiani. Ha riconosciuto ‘l’ecumenismo della santità della Chiesa ortodossa di Grecia". Ha accennato alla questioni degli uniati, invitando a trovare nuovi modelli di riunione. “Gli uniati non sono ortodossi, ma cattolici che seguono il rito ortodosso restando di obbedienza papista. Sono dei cloni innestati in terra ortodossa per fare propaganda. E’ un buon segno che il Papa esprima la speranza dell’unione tra cattolici e ortodossi. Bisogna vedere se riuscirà a risolvere il problema degli uniati, visto che il direttore dell’agenzia di Propaganda Fide auspicava che dal viaggio del Papa scaturisse ‘una nuova ondata missionaria in Grecia’. E poi resta l'ostacolo del primato della sede di Roma. Il vero ecumenismo si misura lì. Se il Papa rinuncia a rivendicare il primato di Roma, si tratta davvero di una svolta storica"