Le figlie ribelli d’Irlanda e l’alba del terrore
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“British? Brutish!”, rispondeva James Joyce a chi lo interrogava sugli inglesi. La brutalità usata dai britannici nel reprimere l’insurrezione irlandese del 1916, il cosiddetto Easter Rising, fino alla guerra d’indipendenza del ‘19-’21, è impressa nella memoria dell’Irlanda ma mimetizzata nei libri di storia dal groviglio della Grande Guerra e quasi ignorata da noi continentali. E’ stata un’ottima idea della RTÉ produrre, per il centenario dei fatti, la miniserie Rebellion, ora alla seconda stagione. La ricchezza dell’investimento e della ricostruzione visiva compensano la voluta elementarità dello script, imperniato su tre personaggi femminili fittizi. Ma a ben guardare ci si accorge che Elizabeth, Frances e May si spartiscono i tratti di protagoniste reali del nazionalismo irlandese come Constance Markievicz, Eva Gore-Booth o Antonia Gregory, le amiche e compagne di militanza di William Butler Yeats, il grande poeta che alla Rivolta di Pasqua dedicò la celebre Easter 1916: figlie ribelli di famiglie eminenti legate all’establishment britannico proprio come, nella serie, Elizabeth; attive cultrici del revival gaelico e insegnanti di lingua irlandese, ma anche di guerriglia, proprio come, nella serie, Frances. “Ogni cosa è cambiata, del tutto cambiata: / una terribile bellezza è nata”, per citare la poesia di Yeats. Nella sua semplicità narrativa Rebellion descrive con sostanziale realismo sia i dilemmi politici e sociali della rivolta, sia l’accanimento delle autorità civili e militari del “Brutish Empire” britannico, che valse al cosiddetto periodo rivoluzionario irlandese il nome di Black and Tan War. Rebellion mostra come dalla tenebra insanguinata di quella guerra sia emersa una modalità di lotta destinata a segnare la storia del Novecento, con la progressiva trasformazione dell’esercito repubblicano irlandese, l’IRA, in un’addestrata e motivata organizzazione terroristica. Al di là della valutazione storica sulle poste in gioco della strategia britannica, non si comprende il XX secolo, e neppure il XXI, senza avere ben chiaro come da quel buco nero di repressione e di violenza siano emersi i maestri del terrorismo che segnerà il secondo Novecento e ancora di più il mondo attuale. Un parallelismo, quello tra le regole d’ingaggio dell’Irlanda novecentesca e del Medio Oriente odierno, esplicito in ’71, il film di Yann Demange sulla Belfast della guerra civile nell’Ulster. Del tutto implicito, ma non meno istruttivo, nella serie della RTÉ.
Rebellion, Netflix