Grandi vite in poche righe
I vecchi cronisti direbbero che non c’è più niente di inedito dell’edito. L’operazione di Silvia Ronchey è più raffinata ma si basa su un assunto che è similare: «Dopo tremila anni di letteratura viviamo in una civiltà dove tutto è stato detto e soprattutto scritto». Nel contempo, però, tutto si può dimenticare e poi recuperare, perché come il guscio della tartaruga che dà il titolo al libro, «questa cultura millenaria pesa su di noi ma ci protegge ».
Con le sue 65 «vite illustri» raccontate con brevi medaglioni letterari, dove si cuciono insieme citazioni del personaggio, citazioni sul personaggio di altri letterati, considerazioni dell’autrice, la bizantinista Silvia Ronchey racconta una parte della cultura amata.Magari affastellata, al di là dell’ordine alfabetico, ma comunque un insieme straniante ed affascinante al tempo stesso. Cosa lega lo storico Arriano, emulo di Senofonte, ad André Gide? Oppure Platone a Kerouac, Huxley a Guenon e Gurdjieff, Stevenson a Virgilio, Saffo a Teresa d’Avila? E’ «Il guscio della tartaruga » (Vite più vere di persone illustri) in libreria per Nottetempo. Silvia Ronchey, docente di filologia classica e civiltà bizantina all’Università di Siena, intellettuale poliedrica, lo racconta così.
Nel libro si dice che Borges era«meno orgoglioso dei suoi scritti che delle sue letture». Vale anche per lei?
«Assolutamente sì, anche per me».
Luciano di Samosata viene indicato come autore di mosaici letterari con citazioni classiche: «Un gioco in cui occorre una notevole biblioteca, una notevole cultura; poi presunzione e disperazione insieme». C’è qualcosa in comune con il suo di gioco?
«Certamente, detto così può sembrare un’operazione narcisistica. In realtà dopo tremila anni ogni consiglio di vita, ogni suggerimento, ogni saggezza, ogni sapienza sono state formulate, in una maniera perfetta ed in ogni declinazione possibile. E’ un archivio enorme, di cui non si può non tenere conto».
È questo il «guscio» del libro.
«La cultura pesa su di noi: ci rallenta, ci appesantisce, ma ci protegge e ci decora. La tartaruga va piano ma, alla fine, arriva all’obiettivo. Ricordiamoci il paradosso di Zenone su Achille e la tartaruga».
Il guscio serve anche a non far disperdere questa cultura.
«Non sono apocalittica, ma la società, il mondo culturale è malato. Non solo la scuola o l’università non sono più le stesse; non solo la lettura non è più di moda; non soltanto l’élite culturale non esiste più.... Credo però che la rivoluzione mediatica in atto porterà a qualcosa di positivo: ad un nuovo rinascimento».
Allora adesso siamo nel medioevo?
«Diciamo che in ogni fase di passaggio, di affossamento dei vecchi mezzi di trasmissione della cultura per una nuova rivoluzione dopo quella di Gutenberg, si corre il rischio di perdere qualcosa. Il guscio evita anche questa diaspora».
Sarebbe una bella perdita.
«Certo, perché chi cerca consigli per la vita o perle di saggezza può trovarli nella letteratura, senza inseguire la new age o questo o quel santone. Il guscio ci difende...».
Lei però predilige gli “irregolari”, coloro che spesso sonoin bilico tra santità e dannazione.
«La cultura è ricerca senza esito definitivo. Non posso considerare un intellettuale chi ha dogmi e cessa la ricerca. Lo scrittore non è mai contento di quello che ha pubblicato».
C’è una superiorità del mondo antico?
«Fa parte della mia preparazione. Ma non è un dogma nemmeno questo».
Lei ha una simpatia particolare per Gemisto Pletone, fino ad indicarlo come possibile “fondatore” della massoneria.
«Lo considero un maestro della modernità. Se il rinascimento è stato considerato impossibile senza il platonismo, allora Gemisto è davvero il punto di svolta. Platone è stato riportato in Occidente da lui, partendo dall’accademia platonica di Mistrà e con le successive accademie di Rimini e Firenze. Il filo che porta in Scozia è noto da tempo».
Gli indovinelli su internet per leggere le «note» del libro?
«In realtà il libro è pieno di citazioni e non si può più riempire il volume di note. Per chi le ha colte e vuole approfondire c’è il regesto su internet, ma per arrivarci bisogna guadagnarselo rispondendo ad alcuni quesiti».