Tutti pazzi per Ipazia: dal cinema all'edicola passando per la libreria
Sarà un segno dei tempi. Forse pure una moda, non so. Sta di fatto che il nome di Ipazia è uscito dalla quasi completa oscurità in cui era finito, per comparire davanti ai nostri occhi con una certa frequenza (di cui io personalmente sono peraltro contento, sia ben chiaro). Ieri, per esempio, passeggiando per le vie del centro di Milano, ho potuto notare che una nota libreria ha dedicato un'intera vetrina a titoli legati al mondo femminile: declinato secondo i temi della violenza e dello sfruttamento, ma anche dell'apporto ai vari campi del sapere e dell'arte. Romanzi, saggi, analisi e testi più leggeri. Uno accanto all'altro ho visto il romanzo storico scritto da Adriano Petta e Antonino Colavito (qui potete leggere l'almuerzo con Petta) e il saggio della bizantinista Silvia Ronchey (l'ho quasi terminato e tra poco ne pubblicherò la recensione su ALIBI): due libri molto diversi, anche se trattano la stessa vicenda. Stamattina, poi, mentre acquistavo il primo volume de Civiltà e imperi del Mediterraneo nell'Italia di Filippo II di Braudel e la monografia Guerrieri della Lega Ellenica della serie Roma e Grecia - Le battaglie, gli eserciti, i grandi condottieri della Osprey, ho sentito la conversazione tra due signori, uno dei quali era indeciso se comprare o meno il film Agorà, disponibile in DVD a poco meno di 15 euro. Nessuno dei due ne conosceva il tema, però l'amico ne aveva sentito parlare bene. Ho pensato di intervenire riassumendo per quanto possibile la trama, ma confesso che mi ha bloccato il pensiero che così facendo rischiavo di raffreddare l'entusiasmo e compromettere l'acquisto (anche se il film non mi ha esaltato, lo ritengo comunque più che valido e penso che sia meglio vederlo che non farlo). Per fortuna - soprattutto dell'edicolante - alla fine il primo signore, che aveva già in mano il settimanale Famiglia Cristiana e il mensile Luoghi dell'Infinito, ha deciso di acquistarlo, mentre l'amico gli diceva, tra il pragmatico e il filosofico, che "i soldi vanno e vengono".