Programma corsi RomaTre 2017-2018
A.A. 2017-2018
PRIMO MODULO
Titolo dell’insegnamento: Civiltà Bizantina I (laurea triennale in Lettere Classiche, Storie e Arte)
Nome del docente: Prof. Silvia Ronchey
Settore scientifico disciplinare (ssd): L-FIL-LET/07
Titolo del modulo: CHE COS’E' BISANZIO E A CHE COSA SERVE STUDIARLA? INTRODUZIONE ALLA CIVILTA’ BIZANTINA
Durata in ore: 36
Frontali: 36
Totale: 36
Crediti formativi universitari (cfu): 6
Tipologia dell’esame: orale
Semestre di riferimento: I semestre
DESCRIZIONE DEL CORSO
Una “explosive growth” della bizantinistica, ossia dello studio degli undici secoli di civiltà (330-1453) cui diamo il nome di Bisanzio, si è registrata in tutto il mondo tra la seconda metà del XX secolo e l’inizio del XXI, come ha scritto Glenn Bowersock (G. Bowersock, Storms over Byzantium, “New York Review of Books”, 21 November 2013). Decenni in cui gli studi bizantini “grew dramatically from academic obscurity into an industry”, propagandosi, ramificandosi, coinvolgendo studiosi di altre materie, creando un paesaggio ampio e complesso, disseminato di filiere produttive spesso trasversali alle istituzioni accademiche e agli stessi centri di ricerca.
Il primo modulo di Civiltà Bizantina per la laurea triennale, rivolto agli studenti di Lettere Classiche ma anche di Storie e di Arte, mira anzitutto a rispondere alla domanda: che cos’è Bisanzio? a cosa serve studiare Bisanzio? in che cosa lo studio di Bisanzio è importante? e perché lo è non soltanto per chi voglia interessarsi alla bizantinistica in quanto tale, ma anche, se non soprattutto, per chi si stia oggi formando in discipline quali la filologia classica o la cristianistica, l’archeologia o la storia dell’arte — antica, medievale e moderna — e naturalmente la storia tout court — antica, medievale, moderna, contemporanea — così come la storia delle religioni o quella del pensiero filosofico?
Nel corso si forniranno essenziali e precise coordinate diacroniche e geografiche e chiari elementi introduttivi di storia evenemenziale, ma ci si diffonderà anche, se non soprattutto, sulla lunga, coerente quanto multiforme vicenda civile e culturale di Bisanzio, con due obiettivi primari: (1) far emergere il suo ruolo nella perpetuazione delle forme di letteratura, d’arte, di studio e di pensiero che costituiscono quella che oggi consideriamo la ‘nostra’ civiltà occidentale europea e che sono alla base di ogni umanesimo, dunque di ogni studio umanistico; (2) illuminare il senso del millenario esperimento bizantino non solo nella storia politica e religiosa degli undici secoli in cui si è svolto, ma anche nella storia dell'idea di stato e nella parabola della geopolitica, spingendo lo sguardo verso le zone di irradiazione di civiltà, o meglio di incontro e scambio tra civiltà, che per un millennio l’impero ‘romano’ di Bisanzio ha direttamente o indirettamente presidiato.
Bisanzio, la superpotenza del Medioevo mediterraneo, fu un tentativo di stato laico, se pure dominato da un'ideologia ultraterrena, amministrato secondo il diritto classico da un'élite dominante ramificata, educata, cosmopolita e parzialmente plurilingue, attinta da quell'immenso serbatoio di talenti che era la sterminata provincia grande-bizantina. La classe dirigente di Costantinopoli operava in un Palazzo che ebbe al suo interno archivi immensi, una biblioteca di vertiginosa ampiezza, un’università giuridico-filosofica che esprimeva i vertici dello stato. Dove gli imperatori potevano essere grandi letterati, i consiglieri di governo avevano talvolta la carica di “console dei filosofi”, le molte donne di potere — imperatrici, e non solo — conoscevano a memoria i versi di Omero e anche l'ultimo segretario del più sperduto dei sekreta sapeva citare alla lettera Platone e Aristotele.
I documenti dell'esperienza di Bisanzio sono anzitutto un inestimabile repertorio di resistenza culturale. Nelle lezioni del corso si offriranno gli strumenti fondamentali per ricostruire questa resistenza dell’antico, questa inestinta vocazione umanistica, declinata in secoli e secoli di trasmissione e studio filologico dei classici — che sostanziava capillarmente la vita intellettuale individuale e collettiva e la stessa struttura statale e amministrativa dello stato — ma anche di autonoma espressione letteraria e poetica, spesso sottostimata nel suo valore e significato. Si forniranno inoltre nozioni di geografia dell’impero, cenni di archeologia e topografia (principalmente costantinopolitana, ma con riferimenti agli altri principali centri urbani della basileia e alla loro evoluzione storica nel corso del millennio, con particolare riferimento alle poleis di Tessalonica e di Mistrà), si offriranno brevi ma chiare informazioni sulla storia delle province, sui loro centri monastici, sui modi di vita e produzione delle loro aree rurali. La civiltà bizantina verrà inquadrata nella molteplicità delle sue espressioni, comprese quelle artistiche e monumentali, allo scopo di fornirme un quadro globale e quanto più possibile articolato, che spieghi la sua egemonia nel mondo medievale e dia conto del suo lascito al mondo moderno.
Chi seguirà le lezioni del corso sarà liberato dalla visione mistificatoria di Bisanzio come ‘decadenza infinitamente protratta’ e della sua letteratura come prodotto di una “civiltà, diciamo pure, inferiore” (secondo la paradossale definizione che Giorgio Pasquali diede nella voce Bizantina, letteratura dell'Enciclopedia Italiana, VII, 1930), visione superata, se non diametralmente rovesciata, dal fervore di studi scientifici che dagli anni 60 del Secolo Breve hanno reso la bizantinistica una delle discipline a più alto tasso di crescita scientifica. Lo studente sarà indotto a rilevare invece la dimensione prepotentemente rinascimentale della civiltà bizantina come successione di rinascenze, che sfocerà direttamente nel Rinascimento europeo.
La Seconda Roma verrà riscattata dalle incomprensioni alimentate, durante il Medioevo, da alcune rivalità ecclesiastiche con la Prima Roma dei papi. E si rileverà l'influenza e persistenza delle forme bizantine — la mentalità politica, le strutture sociali ed economiche, ma anche le espressioni letterarie e artistiche della sua cultura multietnica — non solo nell’impero della Terza Roma, la Russia, ma anche in quell’altro erede di Bisanzio che fu l’impero ottomano. Ancora oggi, nel secondo decennio del ventunesimo secolo, non sfuggirà del resto a un sereno osservatore delle vicende del globo che le zone in ebollizione e incandescenza, le faglie di attrito e le soglie di crisi del nuovo secolo, dai Balcani al Mar Nero, dal Caucaso all’Anatolia orientale al Medio Oriente, appartengono, e non è un caso, al territorio che fu dell'impero multinazionale di Bisanzio, prolungato in quello zarista e poi sovietico da un lato, in quello ottomano e poi turco dall’altro.
Bibliografia
A) Testi obbligatori
- S. Ronchey, Lo Stato Bizantino, Torino, Einaudi Tascabili, 2002
- S. Ronchey, Bisanzio fino alla quarta crociata, in A. Barbero e S. Carocci (a cura di), Storia d'Europa e del Mediterraneo, vol. VIII, Roma, Salerno, 2006, pp. 215-255
B) Testi aggiuntivi da portare all’esame (a scelta)
- G. Ostrogorsky, Storia dell’impero bizantino, Torino, Einaudi Tascabili, 2005
- A. Pertusi, Bizantina, Civiltà, in “Enciclopedia Italiana”, App. II/1 (1938-48), Roma 1948, pp. 414 sgg
- AA.VV., Il mondo bizantino, I: L’impero romano d’Oriente (330-641), C. a c. di C. Morrisson, edizione italiana a c. di S. Ronchey e T. Braccini, Torino, Einaudi, 2007 [capitoli a scelta da concordare con la docente]
- AA.VV., Il mondo bizantino, II: l’Impero bizantino (641-1204), a c. di J.-C. Cheynet, edizione italiana a c. di S. Ronchey e T. Braccini, Torino, Einaudi, 2008 [capitoli a scelta da concordare con la docente]
- AA.VV., Il mondo bizantino. III: L’Impero greco (1204-1453), a c. di A. Laiou e C. Morrisson, edizione italiana a c. di S. Ronchey e T. Braccini, Torino, Einaudi, 2013 [capitoli a scelta da concordare con la docente]
- AA.VV., Lo spazio letterario del Medioevo, III/2. La cultura bizantina, a c. di G. Cavallo, Roma, Salerno, 2004 [capitoli a scelta da concordare con la docente]
- AA.VV., L’uomo bizantino, a c. di G. Cavallo, Roma-Bari, Laterza, 1992
- A. Kazhdan, Bisanzio e la sua civiltà, Roma-Bari, Laterza, 1995
- A. Kazhdan, La produzione intellettuale a Bisanzio. Libri e scrittori in una società colta, Napoli, Liguori, 1983
- A.P. Kazhdan - S. Ronchey, L’aristocrazia bizantina, postfazione di L. Canfora, Palermo, Sellerio, 1999
- G. Dagron, Costantinopoli. Nascita di una capitale, trad. it., Einaudi 1991
- P. Schreiner, Costantinopoli, metropoli dai mille volti, Roma, Salerno, 2009
- S. Ronchey – T. Braccini, Il romanzo di Costantinopoli. Guida letteraria alla Roma d’Oriente, Torino, Einaudi, 2010
- J. Herrin, Bisanzio. Storia straordinaria di un impero millenario, trad. it., Milano, Corbaccio, 2008
- L. Brubaker, L’invenzione dell’iconoclasmo bizantino, trad. it., a c. di M. C. Carile, Roma, Viella, 2016
- S. Ronchey, Bisanzio Continuata. Presupposti ideologici dell’attualizzazione di Bisanzio nell’età moderna, in G. Cavallo (a cura di), Lo spazio letterario del medioevo, III/1. La cultura bizantina, Roma, Salerno, 2005, pp. 691-727
- S. Ronchey, Charles Diehl, o del bizantinismo, in C. Diehl, Figure bizantine, ed. it., Torino, Einaudi 2007, pp. vii-xiv
- G. Ravegnani, I bizantini in Italia, Bologna, Il Mulino, 2004
C) Testi in lingua straniera
Chi ha desiderio o necessità di portare all’esame testi in lingua inglese, francese o tedesca può concordarli con la docente, che sarà lieta di facilitarne anche il reperimento.
Contatto @mail del docente: silvia.ronchey@uniroma3.it
SECONDO MODULO
Titolo dell’insegnamento: Civiltà Bizantina II (laurea triennale in Lettere Classiche, Storie e Arte)
Nome del docente: Prof. Silvia Ronchey
Settore scientifico disciplinare (ssd): L-FIL-LET/07
Titolo del modulo: 29 MAGGIO 1453. COSTANTINOPOLI E LA SUA CADUTA
Durata in ore: 36
Frontali: 36
Totale: 36
Crediti formativi universitari (cfu): 6
Tipologia dell’esame: orale
Semestre di riferimento: II semestre
DESCRIZIONE DEL CORSO
Vi sono giorni che possono cambiare la storia, date che diventano un simbolo, un ologramma, un mantra. Si pensi alla sigla Nine Eleven, all’11 settembre 2002, alla caduta delle Torri Gemelle, che ha impresso al nascente XXI secolo il sigillo di quello che viene spesso superficialmente chiamato uno “scontro di civiltà”. O anche date meno agghiaccianti, ma ugualmente simboliche, come quelle alle quali si è soliti riferire la nascita dell’età moderna: il 1492, quando la scoperta dell’America proiettò lontano dall’area d’irradiazione dell’impero romano e poi bizantino — cioè di quello che Fernand Braudel ha chiamato il Mediterraneo Maggiore — le rotte commerciali che per secoli si erano contese Genova e Venezia; o il 1517, quando Lutero affisse le sue novantacinque tesi sul portale della chiesa del castello di Wittemberg.
Ma questi due eventi sono strettamente legati a un terzo, anzi, se ne potrebbero considerare epifenomeni. Se volessimo indicare la data che per più aspetti segna l’inizio dell’età moderna, perché è anche causa delle altre due, perché cambiò rotta ai traffici mediterranei, perché tolse al papato un antagonista, l’ortodossia, e lasciò spazio così alla Riforma protestante, e per mille altre ragioni, dovremmo menzionarne un’altra: quella del 29 maggio 1453, data della caduta – o conquista, a seconda dell’ottica con cui la vogliamo guardare – dell’impero di Bisanzio, e cioè, in definitiva, dell’impero romano.
Il secondo modulo di Civiltà Bizantina per la laurea triennale, rivolto agli studenti di Lettere Classiche ma anche di Storie e di Arte, si propone non solo di indagare le cause e le modalità della caduta/conquista di Costantinopoli in mano ai turchi osmani e le sue conseguenze dirette e indirette nella storia della civiltà mediterranea, ma anche di illustrare à rébours, partendo dalle cronache dei suoi ultimi anni di ‘vita bizantina’, la vicenda, i modi di vita, la cultura sociale e politica, letteraria e artistica, come anche la struttura urbanistica e la facies monumentale di quella che i contemporanei chiamavano la Città delle Città.
Il corso fornirà in primo luogo una ricognizione topografica di Costantinopoli, basata sulle testimonianze letterarie e figurative che gli scrittori bizantini e soprattutto i viaggiatori stranieri del XIV e XV secolo offrono sui suoi monumenti, sull’ubicazione e organizzazione dei suoi quartieri, sulle sue strutture difensive (in particolare le grandi mura teodosiane, ma non solo). In secondo luogo, ricostruirà schematicamente le fasi dell’assedio e della battaglia finale attraverso la lettura e l’esegesi di alcune delle principali fonti che le descrivono in modo diretto, in lingua greca, latina o italiana, nei resoconti dei testimoni oculari (Giorgio Sfrantze, Leonardo di Chio, Isidoro di Kiev, Niccolò Barbaro). In base ai risultati di tale lettura critica, il corso si propone, in terzo luogo, di analizzare senza pregiudizi le cause di quella che non fu, contrariamente a un’opinione diffusa, una vittoria scontata dell’esercito turco, dettata dalla superiorità numerica e da quella degli armamenti, o tanto meno dalla “volontà di cadere” (Braudel) di una politicamente “esausta” Bisanzio. Al contrario, le sorti della battaglia rimasero sospese fino all’ultimo, e l’esito finale lasciò interdetti gli osservatori politici di tutto il mondo.
L’esposizione e l’indagine dei fatti e dei fenomeni che precedettero e determinarono da un lato l’espansione ottomana in direzione del Mediterraneo, dall’altro il crescente isolamento del millenario impero ‘romano’ di Bisanzio rispetto alle nuove potenze europee, incoraggeranno gli studenti a sviluppare un’autonoma opinione storica, metodologicamente fondata e articolata criticamente, su questo evento epocale, che ha cambiato la storia di due civiltà e che ha inserito violentemente e prepotentemente l’islam nella nostra storia europea.
Bibliografia
A) Testi obbligatori
- S. Ronchey, Lo Stato bizantino, Torino, Einaudi, 2002
- A. Pertusi (a c. di), La caduta di Costantinopoli, 2 voll., Fondazione Lorenzo Valla / Mondadori, Milano 1976
B) Testi aggiuntivi da portare all’esame (a scelta)
- G. Ostrogorsky, Storia dell’impero bizantino, Einaudi Tascabili 2005
- S. Runciman, Gli ultimi giorni di Costantinopoli (trad. it.), Piemme, Casale Monferrato, 1997
- AA.VV., Il mondo bizantino. III: L’Impero greco (1204-1453), a c. di A. Laiou e C. Morrisson, edizione italiana a c. di S. Ronchey e T. Braccini, Torino, Einaudi, 2013 [capitoli a scelta da concordare con la docente]
- P. Schreiner, Costantinopoli, metropoli dai mille volti, Roma, Salerno, 2009
- S. Ronchey – T. Braccini, Il romanzo di Costantinopoli. Guida letteraria alla Roma d’Oriente, Torino, Einaudi, 2010 [capitoli a scelta da concordare con la docente]
- A. Pertusi, Fine di Bisanzio e fine del mondo. Significato e ruolo storico delle profezie sulla caduta di Costantinopoli in Oriente e in Occidente. Edizione postuma a c. di E. Morini, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, Roma 1988
- S. Ronchey, Malatesta/Paleologhi. Un’alleanza dinastica per rifondare Bisanzio nel quindicesimo secolo, “Byzantinische Zeitschrift” 93 (2000), ii, pp. 521-567
C) Testi in lingua straniera
Chi ha desiderio o necessità di portare all’esame testi in lingua inglese, francese o tedesca può concordarli con la docente, che sarà lieta di facilitarne anche il reperimento.
Contatto @mail del docente: silvia.ronchey@uniroma3.it
TERZO MODULO
Titolo dell’insegnamento: Civiltà Bizantina LM (laurea magistrale in Lettere Classiche, Storie e Arte)
Nome del docente: Prof. Silvia Ronchey
Settore scientifico disciplinare (ssd): L-FIL-LET/07
Titolo del modulo: 29 MAGGIO 1453. LA CADUTA DI COSTANTINOPOLI NELLE TESTIMONIANZE STORIOGRAFICHE E NELLE ‘VOCI DELLE SPIE’
Durata in ore: 36
Frontali: 36
Totale: 36
Crediti formativi universitari (cfu): 6
Tipologia dell’esame: orale
Semestre di riferimento: II semestre
DESCRIZIONE DEL CORSO
Vi sono giorni che possono cambiare la storia, date che diventano un simbolo, un ologramma, un mantra. Si pensi alla sigla Nine Eleven, all’11 settembre 2002, alla caduta delle Torri Gemelle, che ha impresso al nascente XXI secolo il sigillo di quello che viene spesso superficialmente chiamato uno “scontro di civiltà”. O anche date meno agghiaccianti, ma ugualmente simboliche, come quelle alle quali si è soliti riferire la nascita dell’età moderna: il 1492, quando la scoperta dell’America proiettò lontano dall’area d’irradiazione dell’impero romano e poi bizantino — cioè di quello che Fernand Braudel ha chiamato il Mediterraneo Maggiore — le rotte commerciali che per secoli si erano contese Genova e Venezia; o il 1517, quando Lutero affisse le sue novantacinque tesi sul portale della chiesa del castello di Wittemberg.
Ma questi due eventi sono strettamente legati a un terzo, anzi, se ne potrebbero considerare epifenomeni. Se volessimo indicare la data che per più aspetti segna l’inizio dell’età moderna, perché è anche causa delle altre due, perché cambiò rotta ai traffici mediterranei, perché tolse al papato un antagonista, l’ortodossia, e lasciò spazio così alla Riforma protestante, e per mille altre ragioni, dovremmo menzionarne un’altra: quella del 29 maggio 1453, data della caduta – o conquista, a seconda dell’ottica con cui la vogliamo guardare – dell’impero di Bisanzio, e cioè, in definitiva, dell’impero romano.
Il corso di Civiltà Bizantina per la laurea specialistica si propone di riaprire il dossier storico sulla caduta/conquista di Costantinopoli a quarant’anni di distanza dalla prematura scomparsa del massimo studioso novecentesco di quest’argomento, Agostino Pertusi, continuandone la ricerca parzialmente incompiuta e ampliandola alla luce delle nuove acquisizioni e metodologie della disciplina bizantinistica.
In primo luogo il corso tenterà una nuova ricostruzione delle fasi dell’assedio e della battaglia finale che il 29 maggio 1453 vide i turchi osmani di Mehmet II Fatîh entrare a Costantinopoli e porre fine, almeno sul piano politico, agli undici secoli della sua ‘vita bizantina’. L’analisi degli eventi si svolgerà attraverso la lettura comparata e l’esegesi accurata delle fonti ‘ufficiali’ di ambo gli schieramenti in campo, ossia di quelle bizantine (Giorgio Sfrantze, Ducas, Critobulo, Laonico Calcondila) e occidentali (Isidoro di Kiev, Leonardo di Chio, Niccolò Barbaro), ma anche di quelle islamiche, e segnatamente dei cronisti ottomani della corte di Mehmet II (Tursun Beg e Ibn Kemâl).
Alla testimonianza di questo primo gruppo di fonti, ben note agli storici ma non per questo univocamente interpretabili o prive di problemi ermeneutici ed esegetici, se non altro perché spesso contaminate da esigenze di propaganda o comunque orientate dall’ideologia delle diverse parti in campo, si affiancherà l’esplorazione delle testimonianze meno note, edite solo parzialmente e in alcuni casi ancora inedite, fornite da memoriali di varia natura che osservatori di varia estrazione e nazionalità compilarono ad uso dei potentati di cui erano o si possono ritenere emissari: le ‘voci delle spie’, ancora non entrate a pieno titolo nella documentazione su cui si è basata finora la comprensione storica della battaglia di Costantinopoli del 29 maggio 1453.
In base ai risultati di tale lettura critica, si tenterà di analizzare senza pregiudizi le cause di quella che non fu, contrariamente a un’opinione diffusa, una vittoria scontata dell’esercito turco, dettata dalla superiorità numerica e da quella degli armamenti, o tanto meno dalla “volontà di cadere” (Braudel) di una politicamente “esausta” Bisanzio. Al contrario, le sorti della battaglia rimasero sospese fino all’ultimo e l’esito finale lasciò interdetti gli osservatori politici di tutto il mondo. Alcune ricostruzioni storiche anche recenti tendono a imputarlo a un presunto e subitaneo ‘tradimento genovese’: fu davvero così?
Attraverso l’analisi dei fatti e dei fenomeni che precedettero e determinarono da un lato l’espansione ottomana in direzione del Mediterraneo, dall’altro il crescente isolamento del millenario impero “romano” di Bisanzio rispetto alle nuove potenze europee, il corso si propone di indurre gli studenti a sviluppare un’opinione autonoma, metodologicamente fondata e articolata criticamente, su questo evento epocale, che ha cambiato la storia di due civiltà e che ha inserito violentemente e prepotentemente l’islam ottomano nella nostra storia europea. Un evento che ha acquisito peraltro una nuova attualità nel quadro geopolitico a noi contemporaneo, e che viene spesso evocato dai media, in maniera tuttavia quasi sempre inesatta, influenzata da pregiudizi e condizionamenti ideologici nonché, più semplicemente, dalla genericità e trascuratezza con la quale la nostra storiografia occidentale, quasi sempre priva degli strumenti di cui dispone oggi la disciplina bizantinistica, ha voluto semplificarlo e divulgarlo.
Bibliografia
A) Testi obbligatori
- S. Ronchey, Lo Stato bizantino, Torino, Einaudi, 2002
- A. Pertusi (a c. di), La caduta di Costantinopoli, 2 voll., Fondazione Lorenzo Valla / Mondadori, Milano 1976
B) Testi aggiuntivi da portare all’esame (a scelta)
- G. Ostrogorsky, Storia dell’impero bizantino, Einaudi Tascabili 2005
- A. Pertusi, Testi inediti e poco noti sulla caduta di Costantinopoli. Edizione postuma a c. di A. Carile, Pàtron, Bologna 1983
- A. Pertusi, Fine di Bisanzio e fine del mondo. Significato e ruolo storico delle profezie sulla caduta di Costantinopoli in Oriente e in Occidente. Edizione postuma a c. di E. Morini, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, Roma 1988
- S. Runciman, Gli ultimi giorni di Costantinopoli (trad. it.), Piemme, Casale Monferrato, 1997
- S. Ronchey, Bisanzio veramente ‘volle cadere’? Realismo politico e avventura storica da Alessio I Comneno al Mediterraneo di Braudel, “Quaderni di Storia” 52 (luglio/dicembre 2000), pp. 137-158
- S. Ronchey, Malatesta/Paleologhi. Un’alleanza dinastica per rifondare Bisanzio nel quindicesimo secolo, “Byzantinische Zeitschrift” 93 (2000), ii, pp. 521-567
- S. Ronchey, Il “salvataggio occidentale” di Bisanzio. Una lettera di Enea Silvio Piccolomini e l’allegoria pittorica di Bisanzio nel primo Rinascimento, in C.A. Maltezou e P. Schreiner (a cura di), Bisanzio, Venezia e il mondo franco-greco (XIII-XV secolo) (Atti del Colloquio Internazionale organizzato nel centenario della nascita di Raymond-Joseph Loenertz O.P., Venezia, 1-2 dicembre 2000), Venezia, Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini, 2002, pp. 125-150 e 529-544
- S. Ronchey, Tommaso Paleologo al Concilio di Firenze, in G. Lazzi e G. Wolf (a cura di), La stella e la porpora. Il corteo di Benozzo e l’enigma del Virgilio Riccardiano. Atti del Convegno di Studi (Firenze, 17 maggio 2007), Firenze, Polistampa, 2009, pp. 135-159
- S. Ronchey, Piero, Pisanello e i bizantini al concilio di Ferrara-Firenze, in Piero della Francesca e le corti italiane, catalogo della mostra, Milano, Skira, 2007, pp. 13-19
- S. Ronchey, Andrea, il rifondatore di Bisanzio. Implicazioni ideologiche del ricevimento a Roma della testa del patrono della chiesa ortodossa nella settimana santa del 1462, in M. Koumanoudi e C. Maltezou (a cura di), Dopo le due cadute di Costantinopoli (1204, 1453). Eredi ideologici di Bisanzio. Atti del Convegno Internazionale di Studi (Venezia, 4-5 dicembre 2006), Venezia, Edizioni dell’Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini, 2008, pp. 259-272
- S. Ronchey, Il piano di salvataggio di Bisanzio in Morea, in L’Europa dopo la caduta di Costantinopoli: 29 maggio 1453. Atti del XLIV Convegno Storico Internazionale del Centro Italiano di Studi sul Basso Medioevo - Accademia Tudertina (Todi, 7-9 ottobre 2007), Spoleto, Fondazione Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo, 2008, pp. 517-531
- S. Ronchey, Orthodoxy on Sale: the Last Byzantine, and the Lost Crusade, in E. Jeffreys (ed.), Proceedings of the 21st International Congress in Byzantine Studies, London, 21-26 August 2006, I-III, Aldershot, Ashgate, 2006, I, pp. 313-344
- S. Ronchey, Un’aristocratica bizantina in fuga: Anna Notaras Paleologina, in S. Winter (a cura di), Donne a Venezia, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura – Centro Tedesco di Studi Veneziani, 2004, pp. 23-42
C) Testi in lingua straniera
- E. Pears, The Destruction of the Greek Empire and the Story of the Capture of Constantinople by the Turks, London 1903
- G. Schlumberger, Le siège de Constantinople en 1453, Plon, Paris 1922
- D.M. Nicol, The End of the Byzantine Empire, Edward Arnold Publishers, London 1979
- D.M. Nicol, The Immortal Emperor. The Life and Legend of Constantine Palaiologos, Last Emperor of the Romans, Cambridge University Press, 1992
- R. Crowley, 1453. The Holy War for Constantinople and the Crash of Islam and the West, Hyperion, New York 2005;
- C. Imber, The Ottoman Empire, 1300-1650. The Structure of Power, Palgrave Macmillan, New York 2002
(Ulteriori testi in lingua inglese, francese o tedesca potranno essere concordati, volendo, con la docente, che sarà lieta di facilitarne anche il reperimento.)
Contatto @mail del docente: silvia.ronchey@uniroma3.it