S. Ronchey, Ipazia. La vera storia, Nuova edizione aggiornata e ampliata, Milano, BUR, 2023
Questa nuova edizione aggiornata e accresciuta di Ipazia. La vera storia (il cui titolo, volutamente provocatorio, fa riferimento alla “storia falsa” di canforiana memoria, come del resto l’intero impianto concettuale e metodologico della trattazione) ricostruisce la vicenda esistenziale e intellettuale di Ipazia e il suo Nachleben moderno prefiggendosi un duplice compito: da un lato, dare conto di tutti gli interventi apparsi su Ipazia e analizzare tutte le opinioni sulla sua figura e la sua storia, includendo le molte espresse nell’ultimo decennio; d’altro lato, chiarire ulteriormente il loro oggetto e opporre i fatti, in molti casi, alla fantasia o all’errore. Ancora più ambiziosamente, ha voluto rivolgersi a un duplice pubblico: a una più vasta utenza colta di non specialisti e a quella più ristretta degli studiosi. Per questo il libro è diviso in due parti, entrambe integranti, ma indipendenti, volendo, tra loro. Alla narrazione primaria e piana, necessaria per non perdere il filo del racconto, si sono aggiunti altrettanti capitoli in cui la documentazione sui vari aspetti dei singoli problemi affrontati è abbastanza ampia da poterla, non senza presunzione, considerare esaustiva. In questa seconda parte (Note, approfondimenti e discussioni) non solo si è documentato il dibattito storico, ma si sono anche introdotti temi di riflessione autonomi, importanti, che avrebbero tuttavia appesantito la narrazione primaria, almeno per il lettore non ossessivo.
Non si tratta del famigerato battiscopa di note alto fino al soffitto. Che la lunghezza di queste pagine di approfondimento e discussione sia spesso maggiore di quella dei capitoli della narrazione principale cui si riferiscono è l’effetto naturale di ciò che chiamiamo dialettica: tesi, antitesi, sintesi. Per raggiungere quest’ultima è necessario il confronto tra le prime due, da chiunque siano state enunciate, nella molteplicità degli argomenti e degli scontri tra gli studiosi. La loro rendicontazione è necessariamente più lunga del suo risultato, che è, appunto, sintetico. Ma che non può essere accreditato per vero senza che sia data almeno la possibilità al lettore di seguirne il processo di elaborazione: l’accesso, per così dire, alle officine; l’esame degli ingredienti; la testimonianza del loro processo di lavorazione. Un processo in qualche modo alchemico, ma che non per questo dev’essere tenuto segreto, anzi. Lo zibaldone finale di fonti, contraddittori, pensieri, dubbi, notizie aggiuntive, temi e oggetti di riflessione esclusi per necessità di sintesi dalla narrazione principale, ma non per questo meno interessanti o, per così dire, utili al vero, è parte integrante di quest’opera. In qualche modo, la storia di Ipazia che qui proponiamo è narrata da due libri paralleli. E crediamo che questo sia in realtà l’unico modo possibile per narrare qualunque storia con pretesa di verità.